Fra ali di folla, cornamuse, divise e simboli, si è svolta il 6 maggio a Londra l’incoronazione ufficiale di re Carlo III e della regina Camilla. La prima dopo 70 anni di regno di Elisabetta II. Divisa in due parti, denominate The King’s Procession (da Buckingham Palace a Westminster Abbey) e The Coronation Procession (il ritorno al Palazzo dopo il rito), la giornata ha visto come protagonista il cosiddetto Coronation Service con una precisa liturgia al cui centro non sta solo il posizionamento della corona sul capo del Re e della Regina, ma anche l’unzione sacra del Sovrano – protetto da occhi indiscreti come in una sacra confermazione di un mitico re-sacerdote – e il suo riconoscimento ufficiale davanti al mondo.

Re Carlo III, che diventa il primo re ambientalista e laureato del Regno Unito, arriva silenzioso in carrozza, con sguardo commosso, e indossa i simboli del potere regale: la nota “Supertunica” (un manto di seta dorata); i braccialetti d’oro che rappresentano la sincerità e la saggezza; il globo d’oro che raffigura la cristianità; lo scettro con la colomba (il ruolo spirituale e etico del Sovrano) e lo scettro con la croce a simboleggiare il potere regale nel mondo terreno.

A consegnare al Sovrano la Sword of State (la Spada di Stato) The Right Honourable Penny Mordaunt, dal 6 settembre 2022 Leader della Camera dei Comuni, Lord presidente del Consiglio (quarto dei Grandi ufficiali dello Stato). L’Onorevole Mordaunt, laureata in filosofia all’Università di Reading (prima nella sua famiglia), unica donna parlamentare a essere riservista della Royal Navy e attivista LGBTQ, è anche la prima donna a presiedere a tale compito.

Il Re, di cui tutto il mondo ha seguito avventure e disavventure fra gioventù incerta, matrimonio sfortunato e ritorni di fiamma scandalosi, è ben preparato, colto, saggio e sufficientemente distante dagli orpelli e dalla vanagloria. La moglie Camilla, regina dal forte carattere, grande lettrice, donna resiliente di estrema acutezza, è una risorsa di equilibrio e coerenza (e ironico distacco) di cui tutto l’apparato non tarderà a toccare con mano l’efficacia nei rapporti familiari e con il mondo esterno. Durante il rito, la Regina osserva con curiosità, si scosta i capelli sotto la corona, sempre presente a se stessa. Attorno i Principi di Galles e i Duchi di Edimburgo. A vegliare sul panorama una Princess Royal decisamente in sella (metaforicamente e non solo)!

Londra ha festeggiato fra acclamazioni, e qualche protesta, un evento epocale in cui si sono rafforzati la conoscenza del patrimonio storico, culturale e artistico della nazione e l’immagine di quest’ultima che, dopo la Brexit (vero e proprio affair scottante in casa Tory), ne era uscita indebolita. Un paese che si muove da essere un colosso post coloniale (a cui troppo spesso si sono attaccati certi politici) a incarnare l’essenza della sovranazionalità e della multiculturalità. Il cosiddetto “grande esperimento”, come direbbe la Queen Charlotte di Bridgerton (ora su Netflix). Al centro del rito, la cui simbologia e sacralità è forte, il legame con l’atavica storia del paese, con Guglielmo il Conquistatore (che proprio a Westminster fu incoronato nel 1066) e le fondamenta dello Stato di Diritto di cui la corona è custode.

Carlo III e Camilla sono forse, in questo momento, insieme all’erede al trono, la più grande risorsa del paese e del Commonwealth. E le acclamazioni al balcone lo dimostrano. Indubbiamente.