Di Marina Ripa di Meana si sa tutto, o quasi: dalla vita dei Parioli, figlia dell’avvocato Lionello Punturieri e di Vittorina Bedoni, alle sfiziosità dei salotti e della moda romana, fino alle amicizie con Alberto Moravia, Goffredo Parise e Bettino Craxi (suoi testimoni di nozze con Carlo Ripa di Meana), ai film, con lei e su di lei, e ai libri (quattordici). Il più famoso I miei primi quarant’anni, locuzione ormai entrata nel parlato quotidiano, nel quale ha raccontato la sua pazza vita.

Matteo Tuveri (Portrait 2018, by A. Duranti) - www.mockupmagazine.it

Tormentato, ma costruttivo, il rapporto con la primogenita, passionale quello con il primo marito, forte, tenace e intellettuale quello con il secondo (a lui la dedica su uno dei suoi libri: “for your eyes only”). Animalista, madre – dal poco istinto materno – di figli, naturali e adottivi, e di carlini, concorrente in un reality, stilista, attrice, quasi bisnonna e semplicemente rossa fiammante. Impossibile guidarla alla saggezza: come la Zia Mame di Patrick Dennis lei viveva la vita come un banchetto in cui solo gli stolti muoiono di fame.

Mai concorde totalmente con qualcuno, sempre esibita con “finta” saggezza: cappelli (gabbie, fulmini, ragni, ciambelle, cerchi e retine), colori, forme, litigi e provocazioni con le quali a volte si poteva non essere d’accordo ma che, in definitiva, lasciavano quel certo senso di leggerezza che oggi un po’ manca ai cosiddetti VIP2.0.

Per lei nessun epiteto migliore di “guerriera Pop” (ha affidato, con un coraggio da leonessa, a Radio Radicale e a Maria Antonietta Farina Coscioni le sue ultime volontà prima di ricorrere alla sedazione profonda continuata).

Una parola che non le era congeniale: noia. Bello sarebbe poterlo dire di molti altri.

By Matteo Tuveri


Immagine di copertina: Marina Ripa di Meana, Colazione al Grand Hotel, Mondadori, 2016 (particolare della copertina, tutti i diritti riservati)