Il 25 e 27 aprile, presso il Teatro Argot Studio di Roma (a pochi passi da Piazza San Cosimato), Natalia Simonova, con la regia di Esnedy Milan Herrera – mette in scena la vita, le opere e il pensiero della poetessa Marina Cvetaeva, una delle voci più originali della poesia russa del XX secolo e l’esponente di maggior spicco del locale movimento simbolista, internata in un campo di lavoro dal regime societivo e morta suicida nel 1941.

Poesia in Trappola, con Natalia Simonova e Caterina Gramaglia

Poesia in Trappola è un monologo drammatico – ideato e diretto da Esnedy Milan Herrera – che racconta la guerra dentro e fuori l’animo umano in un viaggio capace di dare voce alla vicenda artistica di una delle poetesse più grandi della Russia, evidenziando gli aspetti tragici, umani e profetici. La vicenda della Cvetaeva, artista emarginata dal regime e dalla comunità artistica russa, non è soltanto il ritratto di un altro “suicidato dalla società” a cui allude la poetessa Anna Achmatova rievocando l’eco del terrore staliniano (Gulag), è anche uno sguardo potente fuori dagli schemi, proprio perché capace di guardare oltre i cliché della sua epoca e in grado di consegnarci intatta, con lo scorrere del tempo, le istanze di un’anima universale.

È parte dello spettacolo una video installazione realizzata con la regia di Esnedy Milan Herrera, Natalia Simonova e Giuliano Gastaldi, interpretata dalla stessa Natalia Simonova nel ruolo di Marina Cvetaeva, e Caterina Gramaglia, nel ruolo di Arianna Efron.

L’unica protagonista della scena, perfettamente a suo agio, è la possente recitazione dell’attrice Natalia Simonova in grado di dare voce al grido della poetessa: “sono tornata datemi un’altra possibilità di esistere!“. Attraverso versi e frammenti di una vita emblematica, la Simonova mette in scena insieme Caterina Gramaglia (nel ruolo di Arianna Efron) il filo rosso che lega madre e figlia, alludendo alla profezia di un nome mitologico. Sullo sfondo, carsico e vibrante, un subconscio senza tempo in grado di evocare i suoni di una guerra che vorrebbe uccidere l’umanità, l’arte e la poesia. Senza riuscire a smarrire l’anima nel suo cammino verso una luce di bellezza.