Concerto del Primo Maggio 2021, ormai evento tradizionale per l’Italia e per Mamma Rai (in questo caso Rai3): Fedez, rapper e produttore musicale, sale sul palco e subito dichiara: “È la prima volta che mi è successo di dover inviare il testo di un mio intervento perché venisse sottoposto ad approvazione politica“. La Rai smentisce, ma lui ha il video del tentativo telefonico di “limare” il suo discorso e lo pubblica: “le sto chiedendo soltanto d adeguarsi ad un sistema che probabilmente lei non riconosce…”, dice la voce al telefono.

Ha poi proseguito, sempre sul palco del cosiddetto Concertone del Primo Maggio: “In prima battuta l’approvazione non c’è stata. O meglio, dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei nomi, dei partiti e di edulcorarne il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino, un po’ tanto, ma alla fine mi è stato dato il permesso di esprimermi liberamente. Grazie. Mi assumo tutte le responsabilità di ciò che dico e faccio, sappiate però che il contenuto di questo intervento è stato definito dalla vice direttrice di Rai3 come ‘inopportuno’” (La Rai afferma: “nel video di Fedez non è stata pubblicata tutta la conversazione con la vicedirettrice” e continua “ci tengo a sottolinearle che la Rai non ha assolutamente una censura, ok? Non è questo […] Dopodiché io ritengo inopportuno il contesto, ma questa è una cosa sua.“).

Ma MockUp Magazine, che dedica proprio questo numero in corso (link) alla censura, vi riporta il discora integrale del cantante:

“Buon primo maggio a tutti i lavoratori, anche a chi il lavoro ce l’ha ma non ha potuto esercitarlo per oltre un anno. Per i lavoratori dello spettacolo questa non è più una festa. Caro Mario [Draghi ndr], capisco che il calcio è il vero fondamento di questo Paese, però non dimentichiamoci che il numero dei lavoratori del calcio e quello dello spettacolo si equivalgono. Quindi, non dico qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da questa emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni 40 e mai modificate fino ad oggi. Quindi, caro Mario, come si è esposto nel merito della Superlega con grande tempestività, sarebbe altrettanto gradito il suo intervento nel mondo dello spettacolo”.

A proposito di Superlega, due parole per l’uomo del momento, il ‘sonnecchiante’ Ostellari (Andrea, presidente della commissione Giustizia del Senato, ndr). Ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo, che è stato già approvato alla Camera come il ddl Zan, può essere tranquillamente bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè se stesso” ha incalzato Fedez.

“D’altronde, Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua grande lotta alle diseguaglianze” e ha proseguito leggendo alcune dichiarazioni di esponenti dello stesso schieramento politico di Ostellari in riferimento alle persone omosessuali: “se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”, “gay vittime di aberrazioni della natura”, “i gay sono una sciagura per la riproduzione” o “il matrimonio gay porta l’estinzione della razza”.

“Qualcuno, come Ostellari, ha detto che ci sono altre priorità in questo momento di pandemia, rispetto al ddl Zan. Allora guardiamole – ha proseguito – il Senato non ha avuto tempo perché doveva discutere dell’etichettatura del vino, della riorganizzazione del Coni, di indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano e, per non farsi mancare nulla, il reintegro del vitalizio di Formigoni”. “Quindi, secondo Ostellari – ha detto Fedez – il diritto al vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti e di persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza”.

“A proposito di diritto alla vita, quella del presidente dell’Associazione ProVita, l’ultra cattolico e antiabortista, Jacopo Coghe, amicone del leghista Pillon, in questi mesi è stata la prima voce a sollevarsi contro ddl Zan. L’antiabortista, però, non si è accorto che il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo – dice dal palco Fedez -. Quindi, cari antiabortisti, caro Pillon, avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa. Che brutta storia”.

Rai e senso del pudore: il caso del delitto perfetto

Senza voler scandagliare storicamente il rapporto fra televisione italiana e censura (o limitazione/limatura, come direbbero i più buoni), ci limitiamo a citare un caso che fece molto scalpore: l’8 luglio del 2016 RAI 2 ha censurato tutte le scene omosessuali de Le regole del delitto perfetto, scatenando non poche proteste che hanno portato alle scuse della direttrice di RAI 2 Ilaria Dallatana (la dirigente parlò di “eccesso di pudore”) e alla riprogrammazione delle stesse puntate censurate in versione integrale. In quel caso, presidente della Commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico , ha scritto nella sua pagina facebook: “Un modo di agire che è all’opposto di quello che dovrebbe essere il servizio pubblico. Sarebbe questa la rivoluzione dell’azienda? La direttrice di Raidue, che dovrebbe chiedere scusa, ha parlato di “eccesso di pudore”. Una giustificazione ridicola. Sarebbe ben altro che la RAI, in nome del pudore, dovrebbe cancellare dai propri palinsesti”. E chi scrive si chiede: anche le vicende relative a Fedez e al ddl Zan saranno un eccesso di pudore?

Il DDL Zan

Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”, questo è il titolo del ddl Zan. Nell’articolo 1 del testo , viene specificato che “per sesso si intende il sesso biolo­gico o anagrafico; per genere si intende qualunque ma­nifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’i­dentificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corri­spondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione“.

L’Art. 4 della proposta di legge afferma anche: “ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri­conducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compi­ mento di atti discriminatori o violenti“. L’Art. 6 cita inoltre: “all’articolo 90-quater, comma 1, se­condo periodo, del codice di procedura pe­nale, dopo le parole: «odio razziale » sono inserite le seguenti: «o fondato sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sul­ l’identità di genere»“. Qui il testo integrale

Foto di copertina: Jasmin Sessler da Pixabay