Ebbene si, alla fine, con un atto dovuto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha inserito il Coronavirus (Covid-19) fra le malattie pandemiche, ovvero una malattia che coinvolge “almeno due continenti, con una sostenuta trasmissione da uomo a uomo”. Così scrive Enrica Battifoglia su ansa.it e prosegue: “la gravità di una malattia non è il parametro decisivo perché venga dichiarata una pandemia, che riguarda invece l’efficacia con la quale una malattia si diffonde.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm (decreto del presidente del Consiglio dei ministri) dell’11 marzo 2020 che contiene nuove misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19

Dpcm dell’11 marzo 2020

Può infatti accadere che una pandemia inizi con una gravità moderata e che possa diventare più grave con l’arrivo di una seconda ondata. La dichiarazione di pandemia implica che ogni Paese metta a punto un Piano pandemico e che lo aggiorni costantemente sulla base delle linee guida dell’Oms”.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm (decreto del presidente del Consiglio dei ministri) dell’11 marzo 2020 che contiene nuove misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19 sull’intero territorio nazionale. Nel decreto si dispone la chiusura delle attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità (vedi il testo integrale) e si raccomanda alle persone di uscire il meno possibile di casa, evitando assembramenti e contatti ravvicinati che favoriscano la diffusione del virus.

Isolamento ed emergenza. Gli esperti: «Non cadete nel tranello»

Siamo dunque in casa, fra le quattro mura domestiche, fra cucina, televisione e divano, a stretto contatto con le nostre solitudini o con i familiari e i coinquilini. Bersagliati da articoli di giornale spesso allarmistici o, qualche volta, anche catastrofisti, siamo costretti a guardare in faccia con più tempo a ciò che siamo, ciò che saremmo voluti essere (successi e fallimenti), a ciò che mangiamo, ai nostri stessi corpi e visi.

Vademecum psicologico Coronavirus per i cittadini

Vademecum psicologico Coronavirus per i cittadini (clicca qui per consultarlo)

Abbiamo chiesto alla Dott.ssa Alessandra Pontis, esperta in processi di apprendimento e psicologia positiva (curatrice del blog www.diariodiunapsicologapositiva.it), come reagire alla tempesta di informazioni:
È un tranello nel quale sono caduta anche io i primi giorni, un po’ presa dalla confusione generale. Consiglio vivamente di affidarsi alle fonti istituzionali e tenersi aggiornati sulle pagine ufficiali dell’Ordine degli psicologi della regione di appartenenza per avere indicazioni utili sulla gestione delle componenti emotive legate alla situazione. L’isolamento sociale e l’aggravamento degli eventi potrebbero creare (o esasperare) stati come il panico e l’Ordine ha dunque messo a disposizione svariati strumenti di supporto. Bisogna creare rete, attivare il proprio senso critico e chiedere aiuto quando pensiamo di essere arrivati al limite per evitare che queste condizioni durino anche dopo l’emergenza. Lontani ma non distanti, nessuno sarà solo in questo momento.

Quali attività per impiegare meglio il proprio tempo? Qualcuno suggerisce il divano e le serie TV, altri dicono di dedicarsi alla musica, alla cucina o al disegno. Dottoressa Pontis, cosa si addice di più a un periodo di necessario isolamento come quello che ci troviamo a vivere?
Non c’è un’attività per eccellenza, ma createvi una routine quotidiana per cercare di mantenere la continuità con i progetti che avevate già in mente e mettetene in campo altri. Il consiglio è di rimanere il più possibile concentrati sul presente con un occhio verso il futuro: se è un periodo brutto, almeno che ci insegni qualcosa di bello. Non dimentichiamo che dobbiamo già pensare alle strategie utili per riposizionarci nel mondo del lavoro e delle relazioni con una marcia in più.

La concretezza necessaria e la forza della creatività

Tutti pronti, nonostante la paura, a gestire fisicamente l’evento eccezionale, quasi guerresco, che ci si pone dinnanzi: abbiamo fatto la spesa, comprato il disinfettante, magari reperito quelle introvabili mascherine omologate. Ma il nostro cervello, la nostra psiche e i nostri corpi cosa ci dicono?

Far fronte allo stress durante l'epidemia di COVID-19 - Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari

Far fronte allo stress durante l’epidemia di COVID-19 – Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari (clicca sopra per ingrandire)

Il Dott. Tiziano Cerulli, psicologo esperto in Counseling, Mindfulness ad approccio immaginale, docente e formatore in teatroterapia, ci spiega che “siamo programmati per la sopravvivenza. Dai nostri antenati abbiamo ereditato un sistema connesso agli istinti chiamato cervello rettile, che davanti al pericolo reagisce con le reazioni di attacco o di fuga, e un cervello mammifero che invece ci porta ad avere relazioni con gli altri. Abbiamo anche un elemento nel nostro cervello, che si chiama neocorteccia, che ci permette di usare il pensiero logico e razionale. Ognuno di noi sperimenta la paura in maniera differente a seconda della propria personalità e del vissuto personale”.

Cosa fare con il bombing mediatico sull’emergenza che ci troviamo a vivere?
Portare l’attenzione continuamente sulle notizie che ci arrivano è un atteggiamento disfunzionale perché mette in allarme il sistema nervoso producendo cortisolo, l’ormone dello stress, che indebolisce il sistema immunitario. La soluzione è, a mio parere, quella di cercare di essere realisti informandosi da fonti sicure e monitorando i propri pensieri, evitando di lasciarsi prendere dal panico. Provare, per quanto possibile, a pensare solo ad oggi e a non quella che succederà domani organizzandosi la giornata.

A tal proposito, l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari ha diffuso, tramite il suo account social (clicca qui) un vademecum che tocca proprio gli aspetti più importanti della questione e fornisce importanti pillole di saggezza per la gestione della crisi: è normale sentirsi tristi, stressati o confusi davanti a miliardi di informazioni, spesso contrastanti, che giungono sui nostri cellulari o PC. Che ne dite, per questo, di staccare un po’ la spina, scegliere due fonti autorevoli di informazione (il sito web dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per esempio) e dedicarvi alle persone che amate (che siano in casa o che si trovino distanti, tramite una bella diretta PC o telefonica)? Incoraggiate gli altri, prendetevi cura di loro e sostituite “io” con “Noi”. Sarà un modo per sentirvi più forti.

Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/Pexels-2286921/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=1281607">Pexels</a> da <a href="https://pixabay.com/it/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=1281607">Pixabay</a>

“per chi già pratica lo yoga e la meditazione, sembra davvero il momento di proseguire.” Foto di Pexels da Pixabay

Lei come si comporta, Dott. Cerulli, in questo lungo interregno di pandemia?
Sto provando a lavorare da casa, ma già lo facevo prima, dedicando più tempo alla lettura, guardando poca TV e dandomi un limite anche per stare sui social che in questo momento sono diventati un marasma di allarmismo e di fake news.

Qualche attività da consigliare?
Ogni giorno mi alleno per un’ora: l’attività fisica si può strutturare anche in casa oppure, per chi già pratica lo yoga e la meditazione, sembra davvero il momento di proseguire. Sono dei toccasana!
La Mindfulness in particolare può esserci utile sia attraverso pratiche formali, come concentrarsi sul respiro o la meditazione (camminando in casa o in giardino), oppure informali come l’osservazione dei propri pensieri e il mantenimento di un certo distacco dalla situazione concentrando l’attenzione su un’attività esterna: giocare con i figli, stare nell’esperienza del corpo anche attraverso la creatività.

L’immaginazione e a creatività sembrano avere un ruolo centrale.
Usiamo l’immaginazione per creare scenari migliori e non catastrofici. Senza sottovalutare la gravità della situazione, ricordiamoci che il genere umano ha delle risorse che ha messo in campo nella storia dell’umanità affrontando situazioni simili o peggiori. Ce la possiamo fare!

Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/Graehawk-4550074/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2666433">Grae Dickason</a> da <a href="https://pixabay.com/it/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2666433">Pixabay</a>

“È importante accettare la vulnerabilità e la fragilità aprendoci agli altri e coccolandoci con le parole, visto che gli abbracci per ora sono sospesi.” Foto di Grae Dickason da Pixabay

E se incontriamo sui social, o nei gruppi whatsapp, persone molto ansiose?
È importante relazionarsi con persone non ansiose e che si fanno cogliere dal panico, per quanto possibile evitando di litigare sui social o di voler imporre la propria opinione. Se non le abbiamo intorno, o siamo soli, chiamiamo un amico “ottimista” o che sia capace di tenere i nervi saldi. Chiediamo aiuto a un professionista della salute mentale. Insomma portiamo l’attenzione verso attività pratiche come scrivere, leggere, fare attività fisica, cucinare e cerchiamo di parlare anche di altro e non solo del Coronavirus. È importante accettare la vulnerabilità e la fragilità aprendoci agli altri e coccolandoci con le parole, visto che gli abbracci per ora sono sospesi.

Siamo tutti qui che aspettiamo di uscire dalla torre della pandemia, come tanti Rapunzel nella canzone del film Disney (cantata da Laura Chiatti) cerchiamo di imbrigliare l’ansia da reclusione: “Riprendo un libro o due, da quella libreria / E viaggio ancora un po’ con la mia fantasia. / E poi mi spazzolo, con forza ed energia, / Ma sono sempre rinchiusa qua! / E allora aspetto, aspetto, aspetto, aspetto / Quel che succederà”.
Così dice la canzone, e si sa che prima o poi da quella torre la protagonista è uscita: coraggio Italia!


By Matteo Tuveri

Foto di copertina: DarkWorkX da Pixabay