Come ogni altra persona discendo da 2 genitori dei quali porto impresso in me tutto il loro bagaglio genetico. Sono cosciente di essere testimone presente dei miei genitori, anche se ora hanno lasciato il corpo fisico.

Carlo Signorini - fonte: www.carlosignorini.it
La magia si trova ovunque, ci viene offerta di continuo per indurre alla meraviglia, il sapersi meravigliare è un’arte innata…” (Carlo Signorini – fonte: www.carlosignorini.it)

La coppia di genitori da cui discendo, hanno avuto a sua volta due genitori che sono i nonni, due da parte materna e due paterna. Fino a questo punto discendo da due genitori e quattro nonni che fanno sei avi. I quattro nonni hanno avuto due genitori ciascuno, che saranno otto bisnonni, per un totale di 14 avi. Gli otto bisnonni con due genitori ciascuno diventano 16 trisnonni. A questo punto i miei diretti avi saranno diventati 30.

Andando ritroso nel tempo si aggiungerà un numero elevatissimo, praticamente incalcolabile di avi da cui discendo e di cui porto impressa testimonianza, racchiudendo in me tutta la loro presenza. Questo per me rappresenta un privilegio di cui porto onore ma nello stesso tempo diventa una grossa responsabilità, quella di preservare il patrimonio di famiglia affidatomi.

Personalmente considero che questo sia il vero e indelebile patrimonio di famiglia che si trasmette da una generazione all’altra e non i beni materiali accumulati o i titoli altisonanti, poiché questi sono transitori e superficiali.

Tale presa di coscienza mi permette di affermare con fermezza che non permetterò a nessuno, anche a costo della mia incolumità personale, non permetterò a nessuno di intervenire su questo prezioso e unico patrimonio, manipolando e modificando il mio genoma, il libro dei miei avi. Gli avi da cui discendo hanno lasciato da tempo il loro corpo materiale ma non saranno mai morti fintanto che ci sarò, sarò testimonianza vivente della loro presenza. Io sono loro e loro continueranno ad essere presenti fintanto la testimonianza che la mia persona porta dentro di sé rimane viva e integra. Non mi sento custode della loro polvere ma del brillante fuoco che ci anima.

Le anime rimangono presenti, si possono incontrare più spesso di quello che la comune mentalità materialistica fa intendere. Quando mi rivolgo ai miei avi non mi rivolgo ai morti, mi rivolgo a me stesso, a quello che veramente sono nell’intimo della mia essenza. Mi ritrovo in loro, ricevendo ispirazione per affrontare la vita con determinazione, sentendomi sicuro, protetto, amato.

Mi sento me stesso.

Modificare la genetica personale significa azzerarla, per divenire un nulla.

Un nulla non può morire poiché essendo nullità, è di per sé morto, inesistente.

Sarà un morto vivente poiché la vita non si valuta attraverso la vitalità del corpo fisico, quali possono essere il battito cardiaco, il respiro, l’attività celebrale, bensì dalla consapevolezza acquisita del profondo mistero che racchiude ogni presenza, palese e non palese, poiché tutto è sacro e questa comprensione ci permette di compiere la personale e collettiva evoluzione spirituale utilizzando la densa materia.

Nella sua storia, il genere umano è passato attraverso sanguinose guerre, tremende pestilenze, epidemie di ogni genere, le quali hanno falciato popolazioni, culture intere, eppure mi trovo qui, poiché attraverso i miei numerosissimi avi non contagiati ho superato morie catastrofiche e oggi sono qui anche per rendere loro omaggio e testimonianza.

La vita è bella anche perché è impregnata di un meraviglioso mistero, pronto a svelarsi continuamente agli attenti.

Il mistero va inteso come magia e ciò che è magico non va svelato altrimenti morirebbe, ciò comporterebbe di vivere in un mondo morto. La magia si trova ovunque, ci viene offerta di continuo per indurre alla meraviglia, il sapersi meravigliare è un’arte innata in tutti ma che nel tempo si affievolisce attraverso l’abitudine.

Carlo Signorini*

*Nato il 16 giugno 1946, Carlo Signorini è erborista diplomato presso l’Università degli Studi di Pisa. Vive nel Trentino, in un piccolo paesino della Val di Fiemme. Trascorre la sua vita dedicandosi con passione a piante, erbe e a tutto ciò che esprime natura. La sua scelta di vita è dedicata a coltivare il semplice con l’intento di trasmettere, condividendolo con gli altri, la serenità che infonde ogni luogo quando è lasciato esprimersi nel suo essere selvatico. È studioso di leggende delle Dolomiti e del territorio Trentino, e scrive articoli su alcuni giornali locali. Il suo sito web: www.carlosignorini.it

Foto di copertina: le Dolomiti in uno scatto di kordula vahle da Pixabay