Lifely (www.lifely.cc) è una startup nata a Cagliari nel 2014 e la sua principale attività è quella di realizzare dispositivi socialmente connessi. Il primo prodotto della nuova startup è WiPot, il vaso wi-fi per la tua pianta che interagisce con i social, ad esempio ti dice come sta, fornisce le previsioni meteo e/o e ricorda gli appuntamenti con le piante di casa.

Come può fare tutto questo? WiPot al suo interno possiede dei sensori che monitorano i parametri vitali della pianta e ti avvisano sui bisogni di acqua, di luce o troppo caldo. Il vaso è il vero fulcro di tutta l’attività e interagire con la tua pianta è davvero fantastico, a breve il WiPot sarà in vendita e noi di Mockup Magazine vogliamo provarlo di persona.

Abbiamo incontrato Antonio Solinas, CEO di Lifely, ingegnere elettronico e attuale Direttore Ricerca e Sviluppo di Abinsula (una start up innovativa sarda nel campo dell’automotive con quasi 30 dipendenti che fattura più di due milioni di euro).

Lifely è la prima startup che crea e realizza dispositivi socialmente connessi, come nasce l’idea di questa fantastica innovazione?

Nell’osservare mia moglie agronoma, che parlava con affetto alle piante di casa mentre innaffiava, mi è venuta l’idea di un vaso intelligente con il quale potersi prendere cura delle piante. Un dispositivo hardware in grado non solo di poter monitorare i dati vitali della pianta, ma di veicolare affetto ed emozioni. A quei tempi ero docente a contratto di un corso di Ingegneria delle Telecomunicazioni all’ Università di Cagliari, sottoposi l’idea ai miei studenti sotto forma di progetto. La stessa idea venne successivamente posta ad altri studenti di un Master di primo livello in Gestione di impresa. Il resto è la storia della mia vita: dall’idea è nata un’impresa. Ho formato un team attorno all’idea allo Startup Weekend Cagliari 2014, presso l’Open Campus Tiscali, vincendo il primo premio nonchè il premio speciale Sardegna Ricerche. La consacrazione avviene con la successiva vittoria della Start Cup Sardegna e la conseguente partecipazione al Premio Nazionale per l’Innovazione.

Il vostro obiettivo è quello di dar voce agli oggetti e WiPot è il primo. Potete descrivere le caratteristiche principali e le tecnologie utilizzate?

WiPot è solo il primo prodotto che vogliamo realizzare all’interno di una gamma di oggetti appartenente all’universo dell’Internet of Things. Un prodotto Lifely non è soltanto un artefatto tecnologico, ma un oggetto dotato delle caratteristiche di comunicazione tipiche dei social network che entra a far parte del nostro ecosistema quotidiano. È un meccanismo che si può applicare ad un acquario di pesci tropicali, ad un collare di un animale domestico, persino ad un’automobile o a una bicicletta.

Durante questo primo anno di vita, per la progettazione hardware del vaso ci siamo avvalsi di tecnologie già esistenti e consolidate, cercando di trovare la soluzione migliore e più efficiente dal punto di vista energetico. Abbiamo realizzato diversi prototipi con una scheda Arduino e dei sensori di luminosità, temperatura, livello dell’acqua umidità del terreno collegati ad essa, con la possibilità di innaffiare la pianta quando non siamo presenti con una semplice pompa meccanica.

Il design del vaso con l’alloggiamento per l’elettronica ha preso forma in 3D al FabLab di Sardegna Ricerche.  Abbiamo poi realizzato una prima serie di vasi artigianali in ceramica di Assemini con un chip Bluetooth delle dimensioni di una moneta. Infine la nostra scelta è ricaduta su una piccola scheda che coniugherà i vantaggi di entrambe le tecnologie.

By Marcella Treglia


Immagine di copertinaLifely, il team al completo (Tutti i diritti riservati©)