Come prevedibile, il mondo dello spettacolo è stato colpito duramente dall’emergenza Covid-19 i cui danni nel settore sono ancora da calcolare. La voglia di ripartire però è tanta ed ecco che il Teatro Stabile di Bolzano alza per primo il sipario. Fino a venerdì 26 giugno è stato possibile assistere, su prenotazione, alle prove aperte dello spettacolo Pane o libertà. Su la testa del noto attore Paolo Rossi. Nonostante i posti limitati e le misure di prevenzione a cui ci siamo abituati in questi mesi, Rossi e i musicisti del gruppo “Anciens Prodiges”, hanno messo in scena uno spettacolo coinvolgente ed in grado di intrattenere un pubblico in cerca delle sue vecchie abitudini.

In un tripudio di musica, comicità, episodi di vita e storytelling, Rossi veste i panni di un Arlecchino primordiale, colui in grado di comunicare con l’oltretomba, rivivendo i ricordi con Dario Fo, De Andrè, Jannacci e Gaber, i frequentatori del Derby di Milano e tanti altri. Tutto inizia confrontandosi col pubblico, rompendo, anzi disintegrando, la quarta parete e trasportando i presenti nel suo mondo. L’atmosfera, complici anche i pochi posti a disposizione, diventa intima e Paolo Rossi si lascia andare come un fiume in piena. In teatro, sotto una maschera, tutto è concesso. Lui questo lo sa bene e lo dimostra col suo modo di fare sempre al limite, satirico, provocatorio.

La realtà e la fantasia si alternano senza regole precise in uno speciale di monologo. La sua sembra quasi una lezione e il pubblico lo segue attento, ascoltandolo raccontare episodi veri, fittizi, personali o rubati dalla bocca di qualcun altro. Racconta i suoi incontri con politici poco raccomandabili, le sue cene a base di carciofi, il suo sogno col diavolo in persona e vari aneddoti di vita quotidiana. Niente di apparentemente straordinario, se non fosse per l’abilità, sua e dei musicisti, di coinvolgere e commuovere anche con le cose più banali. Paolo Rossi si confessa ladro di sogni ed esperienze, come ogni uomo di spettacolo che si rispetti. Un maestro e i suoi discepoli, un Virgilio che guida i suoi Dante nel mondo dello spettacolo; Rossi per il suo pubblico è questo. Uno spettacolo ancora in prova, non ben definito, ma che ha saputo far emozionare e divertire i presenti, concedendo un tanto atteso momento di spensieratezza.

Adesso è ufficiale: lo spettacolo ricomincia e lo fa nonostante i duri colpi che ha dovuto incassare. Finché qualcuno si presenterà di fronte ad un palco, il teatro continuerà ad essere vivo. Non si pensi a questo mondo come qualcosa di fragile, da sempre attori, musicisti e saltimbanchi vari hanno saputo fare leva, spesso sdrammatizzando, sulle difficoltà che la società della loro epoca ha dovuto affrontare. Non sorprenderà scoprire che l’arte, prima o poi – se non già adesso – sarà in grado di sentirsi ispirata da un periodo tanto unico e particolare come quello attuale. Rossi e i membri dell’Anciens Prodiges hanno già iniziato a mettersi in gioco, ora tocca a tutti gli altri, con la certezza che il pubblico di tutt’Italia è già in trepidante attesa.

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