Chef Gil, all’anagrafe Gilbert Louis Casaburi, per tutti lo “Chef di Ildegarda”, è un fiume in piena quando parla del suo lavoro e della sua vita, legata indissolubilmente alla visione olistica dell’alimentazione (e dell’essere umano) di Santa Hildegard von Bingen. Il suo incontro con la santa e mistica tedesca è frutto di infinite connessioni, viaggi, incontri, studi e letture in un viaggio che va da Marsiglia alla Sardegna, passando per Parigi, St. Gaudens e Cartagine. Lo Chef è autore e curatore dei libri “Un appuntamento d’amore: la cucina della gioia” e “Santa Ildegarda di Bingen. Una luce per l’umanità di oggi 1098-1179“.

Chef Gil e la sua lunga storia di ricerca e incontri

Dalla laurea in in commercio internazionale allo studio dell’arte e delle tecniche della cucina nell’accademia dello Chef stellato Pietro Leemann di Milano/ Locarno, patron-chef del ristorante ” JOIA “ fino ad arrivare alla cucina naturale e curativa. Gilbert (Gil) Casaburi è lo “Chef di Ildegarda”, così chiamato per la sua ormai lunga esperienza nel campo della cucina olistica ante litteram, derivante dall’approccio alla natura e ai suoi frutti sviluppato dalla monaca tedesca nelle sue opere.

Nella formazione di Chef hanno giocato un ruolo primario la millenaria filosofia dell’ayurveda e la ricerca nella tradizione delle scuole di cucina del crudismo, del vegetarianesimo, del veganesimo, dell’alimentazione vibrazionale e dell’alimentazione pranica. L’apprendistato di uno chef così richiesto – tante sono infatti le conferenze e gli incontri ai quali è invitato o che organizza (fra i quali la rassegna di due giorni tenutasi a Cagliari il 16 e 17 settembre) – è costellata di incontri con affermati esponenti nel settore della medicina, dell’oncologia e dell’agricoltura sostenibile.

Nel corso degli anni Chef Gil ha proposto un cambiamento di menù con introduzione di cibi vegetali accolto e sperimentato dalla direzione della Clinica Marchetti di Macerata ed è diventato chef di riferimento dell’azienda ospedaliera di Macerata nel reparto oncologico del prof. Luciano Latini, dell’ANDOS sezione di Ancona, dell’università del tempo libero di Porto Sant’ Elpidio. Ha svolto anche attività di consulenza alimentare per il progetto di ricerca della Ecofood Fertility diretto e ideato dal Dott. Luigi Montano, uro-andrologo ASL di Salerno, dei corsi di alimentazione naturale dell’ospedale di Legnago, promossi dal dott. Domenico Gullotta, primario del servizio di ortopedia; docente della Health Science University, Scuola superiore di igienismo naturale di Valdo Vaccaro, diretto dalla Dott.ssa Fiorenza Guarino.

Ma come ha incontrato, un viaggiatore così curioso, la santa di Bingen, proclamata santa e Dottora della Chiesa da Papa Benedetto XVI? Lo abbiamo chiesto direttamente a lui che ci ha tenuto a ricordare una serie di eventi personali e familiari che da Marsiglia, passando per Bologna, lo hanno portato con il corpo (e con il cuore) al cospetto dei resti mortali di Santa Hildegard, proprio a Bingen. Davanti all’urna, che ogni 17 settembre viene portata in processione accontentando i numerosi fedeli e ammiratori di tutto il mondo (la si dice la vera autrice dell’Uomo vitruviano e una delle prime a descrivere nelle sue opere gli organi genitali maschili e femminili, in linea con la fede gioiosa da lei praticata che reputava il corpo come l’involucro felice di un’anima grata), Chef Gil ha realizzato quello che ha chiamato il suo compito: divulgare la storia di Hildegard.

Secondo la monaca esistono alimenti della tristezza, cha appesantiscono corpo e anima, e alimenti della gioia, che innalzano e guariscono. Partendo dalle proprietà delle piante e degli animali e dagli effetti da essi prodotti sul corpo umano, Hildegard si è soffermata nei suoi scritti sulle proprietà della castagna (con la farina di castagne Chef Gil prepara un castagnaccio la cui bontà è ormai leggendaria ndr), sull’opportunità di consumare sempre un pasto caldo prima di uno freddo (per una buona digestione) e sulle proprietà di carne e pesce e sui metodi di cottura da adottare. Una vera e propria rivoluzione che uno Chef rivoluzionario porta avanti attualizzando, rivedendo e ricercando con creatività e rigore filologico.

La ricetta della gioia

In me tutti i regni del mondo scintillano, poichè io sono lo specchio di Dio“. Così scrisse: essendo il corpo la custodia dell’anima, ed essendo l’essere umano il riflesso gioioso di Dio (queste più o meno le parole di Hildegard) Chef Gil parla di alimentazione sana, di eliminazione graduale del cibo spazzatura e della ricerca dei sapori naturali, del giusto modo di cucinarli e della gioia che essi possono dare all’organismo disintossicandolo, togliendo grasso infiammatorio e donano leggerezza e gioia.

Ce la puoi dare una ricetta di Ildegarda?

In un dialogo col suo fedelissimo e amatissimo segretario Volmar, Ildegarda spiega che la malattia è assenza di gioia e detta la ricetta dei suoi biscotti. Chiamiamoli biscotti della gioia: due o tre la mattina e due o tre la sera prima di dormire: cliccate qui per avere la vostra ricetta.

I biscotti della gioia di Santa Ildegarda: qui la ricetta di Chef Gil

Il corpo umano per funzionare bene, ha bisogno di gioia e questa ci viene dall‘amore per tutto quello che ci circonda. La tristezza viene da un comportamento sbagliato e chi si trova in uno stato di tristezza deve cambiare vita radicalmente”. Prosegue la Santa: “Io sono felice quando riesco a guardare tutto con Amore, con Viriditas. La Viriditas è la forza vitale immessa in tutta la creazione dal Soffio Divino. Quando l ‘anima diventa triste, si crea una lacerazione fra anima e corpo e ad un certo punto il corpo accusa dei dolori; questi dolori ti spingono a cercare un cambiamento, il dolore è un terribile, ma efficace mezzo per compiere un evoluzione“.

Tutte le foto: Gilbert Casaburi©