Cogas, particolare della tavola

Cogas, particolare della tavola

A Cagliari, in via Sicilia 20/A, esiste un luogo dove cibo, cortesia e arte, culinaria e non, si uniscono. Si chiama Cogas, che in sardo significa “streghe” o “donne vampiro”, e che la dice lunga sulla gestione ammaliatrice di questo Risto-Pub, situato nel cuore del quartiere cagliaritano della Marina, a pochi passi dai portici di via Roma.

Gli spazi di Cogas sono piccoli, sempre meglio prenotare per riservarsi un posto (comode panche disposte su due livelli scanditi da un gradino). I colori sono caldi, il legno e la pietra la fanno da padroni. Il bancone del bar domina l’entrata, una vetrina espone i dolci a disposizione.

Le luci in sala sono adeguate, non troppo forti ma in grado di illuminare le pietanze. Il bagno è pulito, perfettamente isolato dal resto della sala. Lo stile è informale ma chic (come tutto ciò che non assume una posa premeditata).

Valentina e Veronica, che hanno chiacchierato con noi sulla loro attività, accolgono il cliente con un sorriso, di quelli “veri”. Dietro c’è entusiasmo, si nota, e questo contagia dal primo momento. Il Menù arriva dopo pochi secondi e, se avete la fortuna di prenotare il mercoledì sera, gli assaggi/degustazioni prevedono le pietanze accompagnate da una performance teatrale. Tali serate, denominate Bocca – Scena (Degustazioni d’arte e cucina), vedranno sui vostri tavoli cibi genuini (segnaliamo il pane frattau, le panadine a sorpresa, i culurgiones al sugo di salsiccia e i rotolini di bresaola con crema alla rucola) e le dissertazioni, i monologhi o gli spettacoli degli artisti più quotati.

Come nasce il nome Cogas ?

Il nome l’abbiamo scelto perché volevamo fare una sorta di omaggio alla tradizione orale della Sardegna, utilizzando una leggenda della nostra terra tra le meno note. Infatti gran parte della nostra clientela non conosce le Cogas. La leggenda, della zona di Villacidro, narra dell’esistenza delle Cogas, personaggi affascinanti, donne vampiro che si nutrivano del sangue dei bimbi appena nati, meglio se non ancora battezzati. Le Cogas facevano parte della società ma, ad una certa ora, capaci di trasformarsi in gatto e in mosca, si recavano nella casa delle puerpere per suggere il sangue dei neonati. Per tenerle lontane, le famiglie solevano mettere fuori dalla porta simboli protettivi, come per esempio il grano. Alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi che tali oggetti fossero in realtà offerte in cambio di protezione e dunque che le Cogas fossero figure protettrici delle nuove vite. L’avvento del Cristianesimo le avrebbe poi condannate al ruolo di streghe, assassine dei neonati non battezzati.

Cogas, logo (All rights reserved©)

Cogas, logo (All rights reserved©)

Realizzare un progetto imprenditoriale di qualità in Sardegna, come avete fatto?

Per quanto riguarda l’idea di base, essa è nata dalle nostre esperienze lavorative nel campo, dalla nostra passione per la lavorazione della pasta fresca, per il gelato artigianale e per la materia prima. Siamo riuscite a sviluppare il progetto anche grazie al bando regionale Impresa Donna, che ha favorito la nascita di nuove realtà imprenditoriali con finanziamenti a fondo perduto.

L’idea di cibo che presentate in tavola è quella di un appetito sano in cui il prodotto la fa da padrone. Da dove arrivano i vostri prodotti?

Cerchiamo di acquistare soprattutto prodotti sardi, i latticini, i vini e le verdure. Nella creazione dei nostri piatti curiamo la genuinità dei prodotti e di tutte le materie prime che utilizziamo.

Il Bocca – Scena, potete descrivere in poche righe l’idea e parlare degli artisti che fino ad ora hanno collaborato?

Il Bocca – Scena è un evento che ci sta molto a cuore, perché noi veniamo dal mondo della danza e dello spettacolo, e volevamo un’attività che potesse abbracciare anche la produzione teatrale. In occasione del Bocca – Scena, accanto alla degustazione dei nostri principali piatti, proponiamo piccole performance attoriali di alto livello. Abbiamo collaborato con la compagnia Lucido Sottile e si sono esibiti nel nostro locale, fino ad oggi, Felice Montervino, Elio Turno Arthemalle, Angelo Trofa, Carlo Antonio Angioni e Rita Atzeri. Tutti i pezzi sono brillanti, parlano del cibo e hanno carattere di improvvisazione e interazione con gli avventori.

Vivamente consigliato.

By Matteo Tuveri


Immagine in copertina: Cogas, foto di Luigi Corona© (All rights reserved)