Secondo il dizionario Treccani è possibile definirlo un “oggetto a forma di pene, usato per pratiche sessuali“. Un volta c’era una mamma per amica, ora (e non da ieri) c’è altro a cui rivolgersi: si tratta di uno dei più antichi dispositivi salvavita della storia, parliamo del Dildo.

La parola deriva probabilmente dalla storpiatura del termine “diletto” o, ancora più probabilmente, dall’inglese “dil doul” (pene eretto), che è possibile trovare nella vecchia ballata statunitense intitolata The Maids Complaint for Want of a Dil Doul (“Il lamento delle fanciulle per difetto di un pene eretto“, XVII secolo).

Il fallo, nella sua forma monolitica di sapore kubrichiano (scusate l’ironia ndr.) sono una costante nella storia umana fin dall’antichità: erano venerati, esposti, invocati e anche utilizzati in modo sistematico. Nel comune di Les Eyzies-de-Tayac-Sireuil, in Aquitania, gli archeologi hanno rinvenuto alcuni dildo paleolitici in pietra e osso (che è possibile anche interpretare come rinforzi per frecce o lance), mentre al Museo dell’Antica Cultura Sessuale Cinese è possibile ammirare un pene di giada risalente a seimila anni fa. Anche i greci non era da meno: lavorati in cuoio, erano chiamati Olisboi (olisbos al plurale) ed Eroda, scrittore greco del III secolo a.C, lo erige (in tutti i sensi) a protagonista di una conversazione fra amiche.

Ci parla del dildo anche PAMCOC nel volume Il libro del dildo (Edizioni Quinto Quarto), partendo proprio dalle pietre (e non da cuoio). Sapete quanto è stata centrale l’industria litica per la sessualità dell’uomo? Ma soprattutto sapete cos’è l’industria litica? L’industria della lavorazione della pietra. Il libro del dildo (un libro dalla lunghezza ideale ndr) racconta gli infiniti percorsi che l’umanità ha seguito per dare vita al desiderio sessuale e per soddisfarlo, nella maniera spesso più creativa e colorata: ripercorre le origini e le fasi storiche del dildo (una storia del caxxo, a ben vedere ndr.), passa in rassegna i materiali, chiarisce l’anatomia del corpo umano e svela curiosità e tecnologie alla base di tale – assai poco – misterioso strumento. Non solo sex toy, ma anche e soprattutto un accessorio, un giocattolo indispensabile e un caposaldo dell’industria e del marketing.

Un diario che mette a fuoco in modo elegante e graduale un oggetto del desiderio a tutti gli effetti. Passa in rassegna informazioni e curiosità con ironia e un approccio artistico che lascia il segno.