[fbshare type=”button”] Finalmente vacanza! Ho lasciato Parigi e la sua Metro nauseabonda, il Sacré-Cœur e la Tour Eiffel. Sono partita con i miei nell’Est della Francia, nella regione chiamata Franche Comté [una delle parti principali in cui si frantumò l’antico regno dei Burgundi; storicamente questa regione fu conosciuta come la Libera Contea di Borgogna o anche Franca Contea di Borgogna. n.d.t.].

Saline, Salins les Bains

Saline, Salins les Bains

Prima abbiamo visitato le saline a Salins-les-Bains (clicca qui), dopo un pranzo in una pizzeria discreta dove ho assaggiato un calzone che, ovviamente non vale quello mangiato a Bologna, ma la crème brûlée è un p’tit Jésus en culotte de velours [modo di dire: da leccarsi le dita. n.d.t.].

Le saline si visitano con una guida e, sfortunatamente, con altra gente, compresi i bambini. Il che ci obbliga a sopportare la “gioia” di un bambino che durante la visita vuole sempre attirare l’attenzione. Non possiamo fare altrimenti, l’omicidio è severamente punito e il sangue potrebbe macchiare…

Le saline sono antichi luoghi di estrazione del sale risalenti alla preistoria. Oggi dove c’era il mare ci sono i monti, le colline e l’acqua dolce. Scendiamo cinquanta gradini e ci troviamo sotto terra, in una sorta di catacomba costruita per gli antichi monaci. C’è ancora una ruota che estraeva il sale e un lungo corridoio per le carriole che venivano riempite con il prodotto estratto. La fabbrica era collegata alla salina di Arc-et-Senans, luogo in cui andremo domani.

Sfortunatamente l’attività estrattiva, già rallentata nel 1800, è cessata nel 1962 a causa dei costi di estrazione dovuti alla manutenzione dei macchinari e all’uso del frigorifero (e non ai costi della Guerra in Algeria). Cessando di utilizzare il sale come componente essenziale per la conservazione dei cibi, la gente ha così sancito la fine delle saline. Questa visita, per quanto così sotto tono, mi sorprende continuamente, come se il mio paese mi facesse ogni tanto “cucù” da un angolo inconsueto.

Fondue , Ristorante La Finette (22 avenue Louis Pasteur, Arbois)

Fondue , Ristorante La Finette (22 avenue Louis Pasteur, Arbois)

La sera ceniamo in un ristorante molto noto, il La Finette (clicca qui), ad Arbois, distante trenta chilometri da Salins-les-Bains. Arbois è famosa per essere stata la città in cui trascorse parte della giovinezza Louis Pasteur, lo scienziato che, come sapete, sperimentò e scoprì il vaccino contra la rabbia. Arbois è famosa anche per altri due “rimedi”, a loro modo efficaci, i vini bianchi e paglierini e la fondue. Spero la conosciate, una deliziosa miscela di formaggio, nel caso di Arbois il Comté, e di vino. Tale “gioco culinario” consiste nel far scivolare piccoli pezzi di pane duro nella fondue e di raccogliere con esso un po’ di quella miscela vellutata per assaggiarla. La regola del “gioco” impone di non fermarsi finchè il piatto non sia vuoto. È di certo consigliabile fare una breve passeggiata dopo mangiato per facilitare la digestione. La fondue del La Finette merita appieno la sua reputazione, non è pesante, il vino rilascia il suo aroma senza invadere il palato, si spande in bocca e, come si dice in slang, è una figata pazzesca!

Claude Nicolas Ledoux ritratto da Martin Drolling

Claude Nicolas Ledoux ritratto da Martin Drolling

La mattina successiva, dopo un saluto a Prince, il micio dell’albergo Les Cépages, andiamo alle saline di Arc-et-Senans. Tale luogo rappresenta una parte importante della storia francese, sia dal punto di vista architettonico, essendo frutto della visione artistica dell’architetto Claude-Nicolas Ledoux che, nel settecento, individuò nell’attività dell’estrazione del sale il motore della stessa comunità, sia dal punto di vista urbanistico, perché il luogo si articola attorno alla vera e propria struttura estrattiva, colossale, sia attorno alle case degli operari e alla casa del Direttore della struttura stessa.

Vi suggerisco di andare sul sito web della salina per contemplare questo gigante barocco-futurista (clicca qui).

Il genio di Ledoux è visibile e impressiona ancora oggi. Come una mente abbia potuto immaginare e realizzare edifici e ambienti così immensi, funzionali e moderni rimane un mistero. La salina ha chiuso alle fine dell’ottocento. Prima di essere salvata come patrimonio grazie ad André Malraux, rinomato scrittore e ministero della cultura sotto De Gaulle, la struttura è stata utilizzata come campo di smistamento per i Repubblicani Spagnoli, imprigionati dal Front Populaire e dai loro successori, poi come campo di smistamento verso i campi di deportazione per i Rom catturati dalla polizia francese e nazista.

Dom Juan, Claude Brasseur

Dom Juan, Claude Brasseur

Negli anni sessanta Arc-et-Senans è stata la location per il Dom Juan di Molière, girato per la TV (alcuni estratti qui) con due mostri sacri come Michel Piccoli e Claude Brasseur. Il secondo è il figlio di Pierre Brasseur, indimenticabile Frédérick Lemaître nel Les Enfants du Paradis di Carné, interprete favorito da Sartre. Claude Brasseur è una figura familiare per il pubblico francese a partire dagli anni settanta e ottanta grazie ai ruoli interpretati nel film popolare Un éléphant ça trompe énormément, di Yves Robert, e in La Boum di Claude Pinoteau. Michel Piccoli, più conosciuto anche in Italia, ha fatto una brillante carriera sia in teatro, sia in televisione e ha lavorato con i più grandi come Jean Renoir, Claude Sautet, Claude Chabrol, Luis Buñuel, Ettore Scola, Youssef Chahine, Raoul Ruiz e Nanni Moretti. È lui infatti il “grand seigneur méchant homme” [gran signore cattivo uomo n.d.t] che corre a perdifiato per Arc-et-Senans, confondendo il domestico Sganarelle (Brasseur) che non capisce le provocazione verso Dio e verso gli uomini del maestro.

Nel 2015 la salina è un luogo di cultura, con teatri, concerti e festival. Il sogno di Ledoux, di una comunità legata ai grandi edifici presenti, è in qualche modo continuato. Un luogo ricco di mistero che salutiamo con grande soddisfazione e ricchi ricordi.

By Tiphaine Martin


Immagine di copertina: Salins-les-Bains, Edificio centrale