Mariela Cordero, www.mockupmagazine.it

Mariela Cordero è avvocato, poeta, scrittice, traduttrice e artista. Ha vinto diversi premi letterari: Terzo Premio di Poesia Alejandra Pizarnik Argentina (2014). Primo Premio al Secondo Concorso Iberoamericano di Poesia Euler Granda, Ecuador (2015). Secondo Premio di Poesia Concorso Letterario Internazionale Bilingue Tracceperlameta Edizioni, Italia (2015), Premio Micropoemi in spagnolo nel III concorso TRANSPalabr @RTE 2015, Spagna. Primo posto nel Concorso Internazionale di Poesia Poeti Ispanici, con menzione di qualità letteraria, Spagna 2016. Menzione d’onore nel Premio Letterario Guido Gozzano Italia (2018). Le sue poesie sono state pubblicate in varie antologie e riviste letterarie e sono state tradotte in inglese, francese, serbo, arabo, uzbeko, russo e macedone. Ha pubblicato i libri di poesia Il corpo del dubbio (2013) e Il fuoco identico (2015).

Il primo
 
Io sono il primo
Sono al principio
del tempo
Nel mezzo dell’ombra
In una particella
Di questo tramonto
E al bordo
Del crollo.
 
Io sono tutto
E nessuno.
Nome.
 
C’è un nome che bevo
Metà alcool solare, metà acqua segreta
 
C’è un nome che urlo
  Mescolato nel tumulto degli altri
 
C’è un nome che accarezzo
Parte di foresta
Caldo e persistente
 
C’è un nome
Fiume, dolce dardo e sudore
 
Un nome
                         che divora
il mio nome.
A volte sono
acqua,
 a volte sono
   sete.
 
A volte sono
acqua,
 a volte sono
   sete.
 
Tutto ruota, sebbene
  ci siano momenti
in cui la pelle diventa fardello
 e gli occhi stanchi si chiudono
i giorni somigliano a echi
ma
tutto si muove impassibile
e il tempo che ci siamo scambiati
 
ci trasforma
  in acqua
 
ci trasforma
in sete.
Fragile come
l’assoluto
 
fragile come
l’assoluto
 
            così
 
affiora
la carezza

Premio Micropoemi in spagnolo, III concorso TRANSPalabr @RTE 2015, Spagna
Il tuo corpo o un paese lontano.
 
Mappe come fragile tregua,
fatte di atomi sparsi.
Per raggiungere i tuoi confini e toccare la tua pelle
Devo scoprire
Le zone ardenti e le scorciatoie del casuale.
 
Lubrica la bussola mi spingerà
nel centro
della guerra consacrata all’amore.
 
Mi perderò infine fra
sacralità e turbine.
L’antica spirale di desiderio
che ancora divora pulsazioni.
 
Il cuore è una freccia e un bersaglio.
               Il tuo corpo è un paese lontano
Il cielo sopra Berlino.
 
Lo sguardo straniero volteggia
  sulla decadenza rotante sulla febbre lacerata.
  ignori il clamore del mondo
la giocosa crudeltà della ricerca infruttuosa.
le voci antiche esigono che tu morda l’amore,
come la fuggente e terribile mela che devi consumare
prima dei trenta,
mangiala prima che marcisca.
 
  Vibriamo un fragile tentativo di toccare l’infinito
  nonostante tutto abbandoni la tua posizione ordinata.
  t’imbratti di piacere in quello sguardo liquido
                                             che implora e ti trascina
ti arrendi al labirinto, preferisci bruciare.
nemmeno un angelo lo sa. l’amore è una trappola e anche un miracolo.
Il tremore bianco.
 
Oggi possiamo tremare
sussurrare
tutto il dolore dell’attesa
e narrare come bevemmo l’oceano
                                 Per scoprirci
 
Prima di essere vita in questa stanza bianca
Eravamo solo un numero in questa terra che dorme?
 
Siamo adesso città che vibra di risa
                                     con il cuore nelle mani
e i nostri respiri vicini.
 
Non riusciamo a credere
che oggi tremiamo
l’uno
dentro
l’altro.