La città è come una persona. Ha un cuore nascosto a prima vista: sta a noi scoprire dove si trova per sentirlo pulsare e dare vita alle storie che ci hanno raccontato. Ho capito fino in fondo questo concetto camminando per la mia città in compagnia del mio migliore amico Whisky, cagnolino meticcio dal pelo variegato che mi ha tenuto compagnia per 14 anni.

Vivo a Monserrato, città di 25 mila abitanti diventata sede universitaria e di un noto policlinico universitario che dista pochissimi km da Cagliari. Il centro storico è il mio quartiere e la sua particolarità è la toponomastica dedicata agli autori latini: vi confesso che quando ero studente universitaria e diedi l’esame di Letteratura Latina, associare gli autori studiati alle strade cittadine, è stata una strategia mnemonica vincente che mi aiutò tanto. Oltre agli autori latini, c’è una parte vicina all’antica chiesa di Sant’Ambrogio (costruita a metà del XVI secolo), dedicata ai Papi e simpaticamente apostrofata “Su Vaticaneddu” (=il piccolo Vaticano).

La città insieme a Whisky, Giulia Marini per www.mockupmagazine.it
“Con Whisky, nelle nostre due passeggiate giornaliere – una al mattino e una alla sera – ci siamo addentrati nelle strade più piccole e nascoste, scoprendo cose incredibili…”

Con Whisky, nelle nostre due passeggiate giornaliere – una al mattino e una alla sera – ci siamo addentrati nelle strade più piccole e nascoste, scoprendo cose incredibili come: passare inosservati evitando le strade principali più affollate, innescare il dubbio nella cricca dei “nonnetti sprint” da sempre posizionati sotto casa, in merito al nostro percorso. Percorrere quelle strade è come sparire ed entrare in un’altra dimensione per poi ritrovarsi senza accorgersene nel portone di casa.

Andiamo nel Sottosopra, ti va Whisky?” mi divertivo a chiamare così il nostro percorso, citazione di Stranger Things, una delle mie serie tv preferite, e il mio fedele “patronus” annuiva muovendo i baffi ispidi e tirando il guinzaglio con forza. Nella nota serie americana dei fratelli Duffer, Il Sottosopra è come una fotocopia della nostra realtà ma in cui viene messa in evidenza la decadenza. Con lui ci addentravamo in minuscole stradine chiamate in sardo “cundutteddus” (=piccoli cunicoli), costellate da vecchie case dove non c’è traccia di persone da tanti anni, dove i nomi nei campanelli sono illeggibili e le imposte ormai sono logorate dal tempo. Sono quelle strade magiche che se non le hai mai percorse non sai nemmeno che esistono perché in prospettiva dalla strada principale non si vedono. Se ne fa esperienza solo addentrandosi con la compagnia del suono dei propri passi e quelli del tuo cane che nel frattempo ispeziona la strada con il suo olfatto.

“Andiamo nel Sottosopra, ti va Whisky?” mi divertivo a chiamare così il nostro percorso, citazione di Stranger Things, una delle mie serie tv preferite, e il mio fedele “patronus” annuiva muovendo i baffi ispidi e tirando il guinzaglio con forza.”

Nelle nostre visite in questa “dimensione alternativa”, come Stranger Things ci insegna, abbiamo incontrato democani, demogatti e personaggi singolari, ma siamo stati anche piacevolmente stupiti. Sbirciando qualche vecchio portone aperto, abbiamo scoperto delle bellissime Case Campidanesi (tipica casa dell’entroterra sardo) con “sa lolla” (=loggiato) piena di piante e fiori profumatissimi. Un giorno in particolare arrivò fino a noi dal portone semi aperto, l’inteso profumo delle zagare e dei gelsomini come se la primavera volesse coccolarci con un suo abbraccio profumato. Sembrava quasi di essere immersi nell’atmosfera de La grande bellezza di Paolo Sorrentino. La magia di quelle strade è potentissima e ti fa viaggiare nel tempo. Fu grande lo stupore il giorno che vedemmo aperto il portone del Cinema Ideal, in voga negli anni 50-60 e chiuso all’incirca nei primi anni ’70. Si vociferava che forse avrebbe ripreso vita.

Era come se il tempo si fosse fermato riportandomi alle storie che raccontano mia madre e mia zia, le loro prime uscire con le amiche a vedere “i musicarelli”, la spensieratezza e il clima dei Favolosi anni 60. Le nostre passeggiate erano una continua scoperta di colori, profumi e storie del passato. Citando Daniel Pennac, siamo convinti che le passeggiate con i nostri amici a 4 zampe siano semplicemente il modo per fargli “fare pipì mezzogiorno e sera” ma è un gravissimo errore: camminare con loro al nostro fianco ci invita a meditare, a rieducarci alla bellezza perduta delle piccole cose, e a scoprire il cuore nascosto della nostra città.

Testo e ilustrazioni di GiuliaMarini©