In occasione dell’uscita italiana della raccolta poetica I Fiori dell’Impero (Fiori d’Asia Editore), abbiamo incontrato il poeta, scrittore e sceneggiatore Cao Shui, considerato uno degli più rappresentativi della letteratura contemporanea cinese.

Cao Shui si occupa del Movimento della Poesia d’Eccellenza, è membro dell’Associazione degli Scrittori Cinesi, della China Film Association e dell’Associazione dei Poeti. Con la sua opera poetica porta avanti una convinta integrazione di sacro e profano, di Oriente e Occidente, nella letteratura cinese. Nel 2008 ha lasciato il giornale per cui lavorava e ha intrapreso un viaggio in Tibet e nello Xinjiang, due luoghi che per l’autore simboleggiano il centro dell’Eurasia. I Fiori dell’Impero è una silloge poetica trilingue in cui l’autore ripercorre la storia dell’umanità facendo convergere i due cuori del mondo, Oriente e Occidente, nel cuore dell’Eurasia. Eroi coraggiosi, principesse e imperatori si alternano a figure mitologiche e a personaggi ibridi che incarnano le virtù umane e la forza selvaggia degli animali in un contesto epico-cavalleresco, magico, surreale e senza tempo. Le vite pregresse, il ripetersi degli eventi e l’inconsistenza dell’uomo sono le tematiche ricorrenti che si intrecciano, a volte in modo impercettibile.

  • Cao Shui, quando e perché ha cominciato a scrivere poesie?

Ho iniziato a scrivere poesie alla scuola media Yushe nel 1999. Ricordo che la mia prima poesia fu “Io / che indosso un cappello di paglia rotto / che ficco il naso in tutto il mondo“. In seguito ho letto il famoso detto di Cesare “Veni, vedi, vici“, che un po’ significa la stessa cosa. Questo concetto traccia lo scopo della mia scrittura, il desiderio di dare ordine allo spirito del mondo. Sono stato un bambino con una paura inspiegabile del buio, avevo paura delle ombre, e ho ancora bisogno di una persona speciale che mi abbracci la sera. Penso che questa sia la ragione profonda della mia poesia, cioè la ricerca della luce, la speranza di illuminare il buio con la letteratura. Ho iniziato scrivendo diari (già nel 1997), che comprendevano poesie, romanzi, opere teatrali e saggi. Fino a oggi ho annotato 72 diari; si può dire che siano la culla della mia scrittura. Mi sono trasferito a Qinghai nel 2002 e lì ho iniziato a comporre intensamente. La consapevolezza di essere in un’epoca globale ha costituito lo stile principale della mia scrittura successiva, cioè la creazione di una sorta di “Grande Poema”.

  • È uscito in Italia un suo libro di poesie, I fiori dell’Impero, per Fiori d’Asia editore. C’è qualcosa che desidera dire ai suoi lettori italiani? Ci può parlare brevemente del suo libro?

La mia raccolta di poesie, I Fiori dell’Impero, è stata pubblicata da Fiori d’Asia Editore in Italia. Sul mercato si trovano sia l’edizione cartacea sia l’e-book. La silloge, che sarà distribuita in decine di paesi del mondo, nell’Unione Europea, negli Stati Uniti e in Giappone, è stata tradotta da Fiori Picco, traduttrice, sinologa e scrittrice italiana. Comprende 40 poesie pubblicate in tre lingue: italiano, inglese e cinese. Il titolo, I Fiori dell’Impero, ha suscitato molte speculazioni in Cina e all’estero, quindi vorrei partire proprio dal titolo del libro, che è anche il titolo di una mia poesia. In cinese antico, il significato originale della parola impero, “Di“, è anche l’accezione di base del fiore, mentre il significato originale di fiore, “Hua“, in cinese antico è Cina. Ho vissuto a Pechino, città rappresentativa della cultura cinese. In termini di disposizione urbana, la Città Proibita si trova al centro, e da lì il resto della metropoli si espande in un anello simmetrico, come un enorme fiore in piena fioritura. La cultura cinese è una cultura di tipo “centrista”, opposta al “non-centrismo” del Modernismo. In questo contrasto ritrovo il significato della cultura cinese nel mondo. Il poeta francese Charles Pierre Baudelaire ha scritto I Fiori del Male, originale simbolo della civiltà occidentale nella sua trasformazione moderna. Ebbene, con I Fiori dell’Impero, spero di descrivere la strana forma della civiltà orientale in trasformazione moderna.

I fiori dell'Impero, silloge poetica di Cao Shui, Fiori d'Asia Editrice, www.mockupmagazine.it
I fiori dell’Impero, silloge poetica di Cao Shui, Fiori d’Asia Editrice©
  • Quali sono le sfide di scrivere per un pubblico di una cultura tanto lontana dalla sua?

Questa è un’ottima domanda. Ogni aspirante scrittore affronta questo dilemma, perché ognuno desidera che le proprie opere si diffondano al di fuori della cultura nativa. Il viaggio dell’uomo: A Genetic Odyssey, scritto da Spencer Wells, un genetista americano, afferma che il 99,99% del patrimonio genetico, che condividiamo come specie umana, sia lo stesso, indipendentemente dal colore della pelle, e così le nostre differenze culturali. Anche se ci sono grandi differenze tra la cultura orientale e quella occidentale, penso che i punti in comune della civiltà umana siano molto più grandi delle diversità. Quindi, finché scriviamo della natura umana, credo che sia i lettori asiatici sia quelli occidentali possano percepirla. Ma voglio anche parlare della sfida di quello 0,01% di differenza. Ho iniziato a imparare l’inglese quando ero molto giovane, quindi ho familiarità con la storia e la cultura dell’Occidente. Uno dei temi delle mie opere è l’integrazione delle molteplici civiltà antiche, principalmente la civiltà occidentale ereditata dall’Impero Romano e la civiltà orientale ereditata dall’Impero Cinese. Pertanto, nelle mie poesie, sottolineo spesso i punti in comune tra le due civiltà, il paragone si allarga anche ad altre civilizzazioni antiche, la Persia, l’India, Israele, l’Egitto e la Mesopotamia. Questo tipo di sfida, il confronto tra elementi culturali orientali e occidentali, non deve essere solo di mia personale pertinenza, questa è anche una sfida per lo sviluppo di tutta la civiltà mondiale: costruire una cultura globale in un clima pluralista e creare quella “Weltliteratur (letteratura mondiale) proposta dal poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe nel 1827.

  • Nelle sue poesie possiamo sentire un forte senso di appartenenza alla sua cultura di origine, la Cina, ma allo stesso tempo uno sguardo ampio sul mondo. Quali elementi della sua patria ispirano le sue poesie e quali del confronto con culture differenti?

Nelle mie poesie non esistono solo elementi della cultura tradizionale cinese, ma sono alla costante ricerca di analogie e corrispondenze nella cultura occidentale. L’antica filosofia greca, ad esempio, affermava che il mondo fosse composto da quattro elementi: “terra, aria, acqua e fuoco”, la filosofia tradizionale cinese basava la composizione del mondo su cinque elementi “legno, acqua, fuoco, terra ed elemento mentale“. All’inizio la civiltà umana aveva la stessa madre. Con il tempo, la civiltà orientale e quella occidentale si sono allontanate, ma sono rimaste in qualche modo vicine. Mi trovo d’accordo con la “corrispondenza oggettiva” di cui ha parlato T. S. Eliot; la corrispondenza tra l’immagine e il mondo di cui narra il poeta può anche essere usata per parlare della corrispondenza tra la civiltà orientale e quella occidentale. Per esempio, nella mia poesia Pamirsburg: Nove Draghi e Nove Muse, metto in luce la corrispondenza tra i simboli della civiltà orientale, i Nove Draghi, e quelli della civiltà occidentale, le Nove Muse; nella poesia Un leone perse la bocca nella steppa eurasiatica, narro della correlazione tra Chang’an, l’antica capitale della Cina e Roma, l’antica capitale dell’Europa; nella poesia Romeo e Zhu Yingtai, si trovano paralleli tra la storia d’amore occidentale di Romeo e Giulietta e la storia d’amore cinese tra Liangshanbo e Zhu Yingtai; nella poesia Un sogno di noi è più di 100000 tipi di vite, sottolineo le corrispondenze tra i vari elementi culturali della civiltà orientale e di quella occidentale. Se osserviamo i sette centri antichi di civiltà dell’umanità, Babilonia, Israele, Egitto, Grecia, Persia, India e Cina, troviamo tra loro numerosi punti di contatto e di corrispondenza. Partendo dalla filosofia antica, se estraiamo elementi simili da mondi diversi, alla fine costruiamo un nuovo mondo artistico.

Foto di Alex Hu da Pixabay
Cao Shui nel 2008 ha intrapreso un viaggio in Tibet e nello Xinjiang, due luoghi che per l’autore simboleggiano il centro dell’Eurasia.(Foto di Alex Hu da Pixabay)

Per questo motivo, sostengo la Grande Poetica o Grande Poetismo, il punto di vista centrale è quello di integrare civiltà antiche e moderne, civiltà occidentali e orientali, la civiltà spirituale e quella secolare, e creare una sorta di “Grande Poema“, una sorta di epica. La Divina Commedia di Dante Alighieri e l’Epica del Sole del poeta cinese Haizi, sono esempi di questo tipo di poesia. Il “Grande Poema” è diventato una tendenza di pensiero nella scrittura poetica cinese.

  • Ci parli del suo approccio personale al tema delle sue opere. Da cosa nasce la sua scrittura?

Ho iniziato a scrivere poesie nel 1999, e ho pubblicato dieci raccolte di poesie, tra cui Epic of Eurasia, Song of the Tower of Babel e I Fiori dell’Impero; ho anche scritto romanzi e pubblicato dieci libri, tra cui la Secret History of Kunlun (trilogia), The Spire of the Tower of Babel e Prince Snow Leopard. Nel 2012, ho elaborato sceneggiature basate sugli stessi argomenti. Tre sono i soggetti centrali della mia scrittura: la sommità della Torre di Babele, il mondo mitologico di Kunlun e la Repubblica degli esseri umani. I temi che ricerco e di cui parlo sono l’integrazione delle civiltà orientale e occidentale, la trasformazione della modernità cinese e il significato dell’esistenza individuale nell’intero ordine mondiale. Credo fortemente che gli esseri umani provengano dallo stesso luogo e che assistiamo a un movimento costante che ci porta verso la stessa Repubblica o Utopia. La mia ispirazione nasce principalmente dagli eventi che osservo nella trasformazione della realtà contemporanea cinese e ovviamente dalla mia esplorazione delle relazioni tra le civiltà orientali e occidentali. Il nome di mio figlio è Eurafrasia Cao, che in fondo è anche il mio anelito. Mi auspico che gli esseri umani originari dell’antica Eurafrasia, cioè Asia, Europa e Africa, siano destinati ad procedere in direzione di una Repubblica Mondiale.

Cao Shui, Secret History of Kunlun: Imperial Jade Seal (Chinese Edition)
Cao Shui, Secret History of Kunlun: Imperial Jade Seal (Chinese Edition)
  • In quest’ultimo anno di tempo sospeso, la sua scrittura è cambiata? Se sì, come?

Anche se in paesi diversi, le persone di tutto il mondo hanno sperimentato lo stesso tipo di vita isolata, le stesse sensazioni. Anche se il COVID-19 è un disastro per l’umanità, mi lascia sperare che il mondo si stia fondendo in una comunità. Questo ha anche avuto un profondo impatto sulla mia scrittura. Ho scritto una serie di poesie cosmopolite The Tower of Babel Project. Credo che le persone di ogni nazionalità si stiano muovendo verso la Torre di Babele descritta nella Bibbia. Oltre a scrivere poesie, romanzi, sceneggiature, mi occupo anche di traduzione. Nell’ultimo anno, grazie alle traduzioni mi sono sentito più integrato nel mondo. Penso che la traduzione sia un lavoro magico. Il processo di costruzione della Torre di Babele è anche un processo di trasformazione linguistica, che trova la sua sintesi nella traduzione. Similmente alle fasi della letteratura umana, passata attraverso la letteratura lirica e poetica nell’era agricola, la letteratura narrativa dei grandi romanzi dell’era industriale, e la letteratura drammatica nell’era dell’informazione, la mia scrittura ha probabilmente vissuto un processo simile. Oltre all’importanza della traduzione linguistica, credo anche alla traduzione o trasformazione dei generi letterari. Ci può essere un flusso di metamorfosi dalla poesia al romanzo alla sceneggiatura. Per esempio, la mia raccolta di poesie Epic of Eurasia si è poi trasmutata in un romanzo, The Secret History of Kunlun, e infine in una sceneggiatura, War of Kunlun. La mia proposta è quella di un Movimento Drammatico-Romanzesco, sperando che romanzi e drammi possano trasformarsi l’uno nell’altro, perché tutti i generi letterari provengono dalla stessa idea e possono essere trasformati in poesia, romanzi e sceneggiature. Questo tema della trasformazione cosmopolita si riflette profondamente nelle mie nuove opere. Penso che la Torre di Babele spirituale sia costruita da pilastri di lingue e culture diverse. Quando queste lingue e culture saranno trasposte l’una nell’altra, la Torre di Babele spirituale sarà finalmente completata.