Avere a che fare con la poetessa e “pensatrice” Silvana Stremiz può non essere semplice: Silvana è un groviglio di frasi, un flusso di coscienza continuo che ti colpisce appena la incontri e abbatte ogni barriera prima ancora che tu te ne possa rendere conto. Idealmente, quando parliamo, anche in occasione di questa curiosa intervista, siamo entrambi sempre ai piedi del borgo di Torre Alfina, a pochi chilometri dalle umide asperità del Bosco del Sasseto.

L'autore Roberto Colonnelli con Silvana Stremiz e il Direttore Creativo di MockUp Matteo Tuveri a Torre Alfina

L’autore Roberto Colonnelli con Silvana Stremiz e il Direttore Creativo di MockUp Matteo Tuveri a Torre Alfina

Silvana è nata a Port Arthur, in Canada, da genitori friulani e ha esordito con i suoi versi nel 2007 con il volume “La vita con i miei occhi” (Aletti Editore) , che ha ottenuto diverse segnalazioni, e ha proseguito con il volume “Un tempo chiamato vita” (Edizioni Del Poggio) con il quale si è classificata prima al Sesto Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa “Insieme nel Mondo” a Savona. Da allora sono passati molti premi letterari, il doppio primo posto al premio La rosa d’oro, nel 2014 e nel 2016, più di 87.000 like sulla pagina Facebook “Le più belle frasi” e gli ultimi libri: “Un Groviglio di me”, con le tanto amate poesie, e “Fra le pieghe dei sogni” (PensieriParole), la sua prima raccolta di racconti che sarà premiata a Rovigo il 24 giugno.

Silvana, l’amore e la vita sono sempre presenti nei tuoi versi sciolti: quanto sono importanti l’amore e la cura dell’altro in un mondo così distratto?
Senza paura di essere considerata troppo romantica, considero l’amore come la ragione di ogni respiro: l’amore assoluto sono i miei figli. Ai genitori dobbiamo la vita, ho avuto un’infanzia travagliata, spesso lontano da loro per poi ritrovarmi nel cuore Rita e Jean come genitori d’amore, dai quali ho ricevuto in dono più amore di quanto l’amore stesso possa donare. Ma assistere mia madre nell’ultimo anno della sua vita, della sua malattia, mi ha dato molto e insegnato molto sull’amore: il passato era diventato un presente da godere e vivere in ogni suo attimo. Mio padre mi ha lasciato grandi insegnamenti di vita e d’amore, spesso in modo crudo, che soltanto negli anni ho potuto comprendere. Vorrei poter dire che ho avuto un’infanzia felice fra le loro braccia, ma così non è stato, anche se abbiamo costruito nel tempo ricordi e momenti, “una piccola favola nel cuore”.

Silvana Stremiz durante una serata dedicata ai suoi lavori

Silvana Stremiz durante una serata dedicata ai suoi lavori

L’amicizia è qualcosa di sacro usata troppo spesso dal Profano“, si hanno tanti conoscenti, ma gli amici veri si contano sulle dita di una mano e sicuramente avanzano un paio di dita.
L’amore per il compagno è qualcosa che devi saper costruire nel tempo, è complicità, gelosia, non possesso. È rispetto, fedeltà, sostenere e non fingere di sostenere, è fiducia, esserci, ma non ha garanzia di eternità. Invecchiare insieme è il più bel traguardo che ci sia. Ma non sempre va così per tutti.

La natura umana e le disgrazie del mondo: nei tuoi versi ti sei sempre dimostrata sensibile verso le disgrazie umane e, a tratti, anche pessimista verso la natura umana. Ce ne puoi parlare?
Non si può dire di aver vissuto se non si percepisce il dolore degli altri, se davanti ad un mondo freddo ed egoista si resta indifferenti allora è la fine. Non credo più nell’uomo e so che il potere è la rovina della società. La religione stessa è potere, è politica.
Mi piacerebbe svegliarmi e ritrovarmi in un mondo fatto di zucchero filato, di arcobaleni, come nelle favole dei bambini, ma la vita è altro, il cuore dell’uomo spesso manca, abbiamo ucciso la natura. Si uccide in nome di Allah, di Dio e del denaro (o di altre entità a nostro uso e consumo). Non si è mai consolidata la pace rimanendo con un fucile in mano, tuttavia attendo fiduciosa che tutto possa ancora accadere e che la favola fatta “di zucchero filato e arcobaleni “ possa avverarsi.
Come tanti, anche io ho il mio lato di carattere pessimista, che spesso non risparmia nessuno.

Silvana Stremiz durante una serata dedicata ai suoi lavoriI tuoi tanti volumi e i numerosi lettori che ti seguono la dicono lunga su quanto tu riesca a comunicare con le persone. Uno dei tuoi versi al quale tieni di più, ce lo puoi raccontare?
Se mi chiedessi quale libro sarebbe più facile: risponderei senza esitazione “Un tempo chiamato vita” e “Ti porterò con me”.
Per quanto riguarda i versi, tutti quelli dedicati ai miei figli sono quelli che più mi porto dentro, così come la poesia “Ti porterò con me” e tutte quelle che compongono il libro che porta lo stesso titolo.
Piccoli tasselli che insieme formano un cuore, una passione e una vita.

By Matteo Tuveri