Tre uomini incappucciati, armati di kalashnikov, hanno fatto irruzione nella sede parigina dello storico settimanale satirico Charlie Hebdo, da sempre simbolo di laicismo e libertà di stampa, e hanno letteralmente giustiziato i presenti al grido di “Vendicheremo il Profeta” e “Allah u Akbar” (Allah è grande). Fra le vittime due agenti di polizia, una finita dopo essere stata ferita, il direttore del settimanale, Stephan Charbonnier, conosciuto come Charb, e i tre più importanti vignettisti Cabu, Tignous e Georges Wolinski, uno dei più grandi disegnatori satirici d’Europa (famoso in Italia dagli anni Settanta, quando Linus pubblicò il suo personaggio Paulette, creato insieme a Georges Pichard).

Vittima dell’attacco terroristico, così lo ha definito il Presidente Hollande, che ha parlato alla nazione alle 20:00 e ha dichiarato la giornata di giovedì 8 gennaio lutto nazionale («La liberté sera toujours plus forte que la barbarie. Notre meilleure arme, c’est notre unité»), anche l’economista Bernard Maris, azionista di Charlie Hebdo, e Michel Renaud. Mohammed Mraizika, Segretario generale dell’Unione delle moschee di Francia condanna l’episodio dichiarando come niente possa “giustificare o scusare questo crimine”. La violenta mattanza umana arriva su tutti i media e i social network con una diffusione immediata tale da rendere in modo crudo e reale la sensazione di simultaneità non solo degli eventi, ma anche del dolore.

Le Monde, sull’account Twitter ufficiale, divulga fotografie agghiaccianti in cui i soccorsi, appena arrivati in rue Nicolas-Appert, si muovono in una Parigi vuota, fredda e in cerca di solidarietà umana che non tarda a manifestarsi. Viene coniato l’hashtag #JeSuisCharlie e le persone, da tutto il mondo, si esprimono in unanime cordoglio.

La rivista era già stata oggetto di minacce e vittima di pericolosi attentati, come quello del 2011, durante il quale la sede era stata data alle fiamme dopo l’uscita di un numero a firma Maometto e con la testata variata in Sharia Hebdo.

Tariq Ramadan, Professor of Contemporary Islamic Studies alla Oxford University, condanna l’attentato dal suo account Twitter sostenendo come con tale atto non sia stato vendicato il Profeta, ma tradita e insozzata la religione islamica, con i suoi valori e principi. Papa Francesco ha espresso la sua preoccupazione e il suo lutto poichè «qualunque possa esserne la motivazione, la violenza omicida è abominevole, non è mai giustificabile, la vita e la dignità di tutti vanno garantite e tutelate con decisione, ogni istigazione all’odio va rifiutata, il rispetto dell’altro va coltivato». Lo scrittore Salman Rushdie ha scritto sul suo account Twitter: «When you commit murder because somebody says things you dislike you cross the frontier between civilisation & barbarity» (Quanto uccidi perché qualcuno dice cose che non ti piacciono, varchi la soglia fra civiltà e barbarie).

Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, ha dichiarato di provare «un sentimento di immenso orrore», parlando delle vittime come di «martiri della libertà, della libertà di stampa, pilastro della democrazia e della repubblica» e invitando «tutti i cittadini e i difensori della libertà a manifestare la propria solidarietà in una manifestazione silenziosa».

Mentre la popolazione, scioccata, defluisce lentamente verso il luogo della manifestazione, la Société des journalistes des rédactions du Monde, des Echos, de L’Obs, de Télérama, de Rue89, de Radio France, de RFI, de l’Agence France-Presse, de l’agence AEF, du Point, de l’Express et de Libération condannano unanimemente l’atto terroristico dichiarandosi vicini alle vittime e ai loro familiari.

Al momento Place de la République, come si evince dalle foto inviate dalla nostra corrispondente da Parigi Tiphaine Martin, e tutta la zona circostante sono invase da migliaia di persone silenziose, alcuni alzano cartelli di solidarietà, altri accendono lumini e altri ancora alzano al cielo penne e matite a simboleggiare la libertà di espressione e di stampa. La commozione e palpabile, ed è difficile soprattutto spiegare ai bambini cosa sia accaduto.

Abbiamo chiesto alla illustratrice americana, naturalizzata francese, Stephanie Blake, autrice de Le avventure di Simon (edite da Babalibri in Italia), di concederci l’utilizzo di una sua piccola e significativa vignetta. Lei, gentile e disponibile, ha concesso a MockUp l’uso della sua piccola opera d’arte.

Per far capire ai bambini che la libertà non paga dazio, ecco perché spesso si paga con la vita.

By Matteo Tuveri


In CopertinaStephanie Blake, illustrazione (All rights reserved©)