Gli scrittori sardi ricordano Sergio Atzeni, Cagliari, Teatro Massimo, 12 gennaio 2015

Gli scrittori sardi ricordano Sergio Atzeni, Cagliari, Teatro Massimo, 11gennaio 2015

«Scoprendo di essere di stirpe ebrea marrana, oltre che sarda e genovese con sfumature arabe e catalane, ho immaginato che il sangue degli antichi erranti perseguitati vivesse in me facendomi apparire la diversità dagli altri come abituale e perciò non spaventandomi della solitudine che ne veniva, di rado mitigata da amici sempre esclusi dalla comunità perché diversi: scemi, figli di donne non sposate e di bagassa, istrangios e eversori». (Passavamo sulla terra leggeri, p. 46)
Sono passati vent’anni da quel giorno d’estate in cui il mare ha stretto nel suo abbraccio Sergio Atzeni, scrittore e giornalista cagliaritano che ha lasciato indelebile traccia nella cultura dell’Isola e nella letteratura italiana. Per ricordare la sua carriera letteraria e giornalistica, domenica 11 Gennaio 2015 si è tenuto, presso il il Teatro Massimo di Cagliari, un evento commemorativo che noi di MockUp abbiamo seguito con molta emozione, rendendo partecipi i nostri fans con uno speciale live tweeting.

L’evento prende spunto dall’idea del fotografo Marco Desogus, autore dei libri Carloforte immagini di un viaggio ( Ed. Della Torre, 1986), Bonaria. Il cimitero monumentale di Cagliari  (Ed. Tam Tam (2000), Da quest’altra parte del mare, Uno sguardo su Castello, e Questa è la mia terra (Tiligù Editrice, 2003, 2010 e 2012), che oggi ha fotografato presso il Convento della Missione circa 50 autori sardi, uniti nel ricordo di Atzeni, poiché lui «è stato il precursore di tutto». La foto degli autori farà parte di un libro fotografico, ancora in elaborazione, che intende ritrarre il mondo comune proprio come quello descritto da Atzeni nei suoi racconti.

Gli scrittori sardi ricordano Sergio Atzeni, Cagliari, Teatro Massimo, Manuelle Mureddu, 12 gennaio 2015

Gli scrittori sardi ricordano Sergio Atzeni, Cagliari, Teatro Massimo, Manuelle Mureddu, 11 gennaio 2015

Il reading/evento, tenutosi presso il Teatro Massimo (che inaugura eventi e spettacoli della stagione 2015 con una ventata di novità incentrata sulla condivisione dello spazio teatrale come luogo di tutti), è stato realizzato in collaborazione con Eja Tv e l’associazione Liberos.

Sul palco del teatro si sono susseguite le letture di alcuni passi delle opere di Atzeni e i ricordi di alcuni degli esponenti più importanti del panorama letterario isolano: Salvatore Mannuzzu, Bruno Tognolini, Massimo Brai, Marcello Fois, Michela Murgia, Celestino Tabasso, Savina Dolores Massa, Giulia Clarkson, Gianni Tetti, Antonello Pellegrino, Gianni Zanata e Manuelle Mureddu. Parole, ricordi ma anche riferimenti attuali ai tragici eventi che hanno coinvolto Parigi e la redazione di Charlie Ebdo, arricchiti dal sax e dal clarinetto di Gavino Murgia, che ha saputo ricreare quelle atmosfere musicali tanto amate da Atzeni.

 

 

Gli scrittori sardi ricordano Sergio Atzeni, Cagliari, Teatro Massimo, Michela Murgia, 12 gennaio 2015

Gli scrittori sardi ricordano Sergio Atzeni, Cagliari, Teatro Massimo, Michela Murgia, 11 gennaio 2015

A conclusione della serata, due interventi istituzionali. Enrica Puggioni, Assessore alla cultura del Comune di Cagliari, ricordando lo scrittore per il suo grande impegno e per aver dato voce a chi non ne ha mai avuto, rende noto alla platea il bando ideato in collaborazione con la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari e la Regione Sardegna, per la realizzazione della partitura musicale di Passavamo sulla terra leggeri. A seguire Claudia Firino, Assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Sardegna, ha evidenziato quanto l’autore abbia avuto con Il quinto passo è l’addio, un peso importante nella suo passaggio dall’adolescenza all’età adulta: «ha dato voce alle nostre inquietudini e le ha elevate».

A chiudere la serata è Rossana Copez, scrittrice, moglie e compagna di Atzeni, che ha ricordato l’uomo e lo scrittore con tenere e ironiche parole: «Amava la musica e i fumetti e sono sicura che oggi sarebbe voluto essere qui con noi ma allo stesso tempo a Parigi perché amava Charlie Hebdo, e allo stadio (essendo prima di tutto un giornalista sportivo) per vedere il Cagliari. Era molteplice, variegato, si inventava un sacco di personaggi come Carluccio che sembrava una lumaca e  io l’ho sposato per allegria».

By Giulia Marini


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