[fbshare type=”button”]

 

 

L'invenzione della solitudine, Einaudi, 2005

L’invenzione della solitudine, Einaudi, 2005

Teatro Massimo, Cagliari

14 e 15 febbraio (13 febbraio ore 17.00 scolastica in pomeridiana)

Già Premio Ubu, David di Donatello e Nastro d’Argento, Giuseppe Battiston mette in scena un monologo, tratto dall’opera dello scrittore statunitense Paul Benjamin Auster, conosciuto anche con lo pseudonimo di Paul Queen e Paul Benjamin, che narra la storia di un figlio alle prese con il libro della memoria, la figura di un padre e i pezzi sparsi del panorama di una vita sconosciuta. Attraverso la lettura e il vaglio di documenti, carte e oggetti del padre scomparso, “A” vede emergere dalla figura dell’uomo che chiamava padre, distante e sfuggente, un profilo più definito che si staglia sullo sfondo di un torbido delitto. Il figlio mette a nudo il rapporto fra generazioni familiari, e addita la natura di un destino che getta inevitabilmente l’essere umano in balia del caso e della solitudine della scrittura che, come venire al mondo o morire, trova il creatore di parole in perfetto isolamento dal resto del mondo.

Considerato come il lavoro che diede origine alla cosiddetta Trilogia di New York (Città di vetro, Fantasmi e La stanza chiusa), L’invenzione della solitudine è l’opera che inaugura quello stile che tanto prende in prestito dalle fiabe dei Grimm e che mira a raccontare i fatti e i personaggi senza descriverli, fornendo al lettore, e allo spettatore, gli elementi per capire la realtà: «Credo che il mondo sia pieno di strani eventi. La realtà è molto più misteriosa di quanto non avessimo mai creduto». (Mallia, Joseph. Paul Auster, BOMB Magazine, 1988).

Riflessione, incisività della parola, pochi aggettivi scelti che vanno a segno, caratterizzano un testo che, grazie alla regia di Giorgio Gallione, alle musiche di Stefano Bollani e alle scene e ai costumi di Stefano Fioraso (Spettacolo prodotto dal Teatro dell’Archivolto – Teatro Stabile di Genova), si concretizza nella figura borghese, profetica e mille volte riflessa dei personaggi. Battiston è il perno della scena, fra una parete di specchi e una sedia, riesce a creare immagini con la sola forza della parola.

Immagine di copertina: L’invenzione della solitudine, Giuseppe Battiston in scena


 

Per l’occasione, Cineteca sarda offre al pubblico due approfondimenti a tema:

12 febbraio ore 20.00 – BLUE IN THE FACE (Wayne Wang, USA 1995)

13 febbraio ore 20.00 – SMOKE (Wayne Wang, USA 1995)